Lasciateci costruire questo spazio folle in cui trovi posto finalmente non il calcolo dell'amore che ci spetta e che riteniamo giusto reclamare, ma tutto l'amore che potremo dare a chi ce lo chiederà tacitamente, semplicemente sedendo all'improvviso accanto a noi.

I FOLLIcreativi si costituiscono come:

COMUNITÀ ESTETICA, per testimoniare la possibilità per la comunità estetica di essere al contempo comunità etica: il Bello e il Bene finalmente consorti, perché la bellezza può salvare il mondo (cosa c'è di più bello, infatti, della possibilità di dare acqua a tutti gli abitanti del pianeta, immaginando i bambini impegnati a sentire dolci melodie e a godere della vista di frattali al computer, dopo che abbiano bevuto?) (cioè, il superamento del digital divide); per dimostrare la possibilità di far vivere nella Rete un collettivo che vada al di là di interessi economici e ideologici personali e che si basi "sulla condivisione dei gusti e sul fedele e reciprocamente riconfermato e rinforzato impegno dei suoi componenti" (Kant, Boltanski) a cooperare; per disegnare "la carta della terra promessa visitata nel pensiero ma non ancora scoperta o fondata" (I.Calvino) e per costruire la città invisibile più volte sognata; per dare una risposta al dolore umano con il sorriso e l'iro-nia, la leggerezza e l'incanto dei suoni che rincorrono i colori e le parole che si mescolano alle immagini che alludono alle armonie segrete delle narrazioni e alle pause dell'anima stupefatta di fronte alla Bellezza; per tentare di dire l'indicibile, che resta il compito dell'amore e dell'amicizia, con tutti i mezzi espressivi di cui disponiamo oggi, oltre la parola e il gesto; per poter dire 'sì', tutte le volte che sarà utile e giusto dire 'sì', e per dire 'no', tutte le volte che avremo paura, e allora ci cercheremo e ci troveremo ancora; per andare lontano, perché ci sono territori vicino a noi che non conosciamo ancora: occorrerà cercare lontano, per riuscire a vedere quello che abbiamo tra le mani e che ci sfugge ancora; per esplorare il territorio della nostra anima e consentire che altri vi gettino uno sguardo dentro, senza il timore di perdersi, perché l'anima non ha finestre e tanto vale offrirne la visione piena: il suo fondo enigmatico e buio non sarà mai attinto compiutamente ed 'esaurito' da alcuno sguardo.

SITO EDUCATIVO, teso alla creazione della spazio mentale dell'"intel-ligenza collettiva" (P.Lévy), come luogo dell'incontro e dell'ascolto, della visione e dell'affabulazione, della narrazione e del canto. Lo spazio da fondare servirà ad affrancare l'anima dai ceppi della terra senza tradirla, ad emancipare i sensi senza ottunderli, a edificare la mente senza spingerla fuori della scena, a raccontare le terre inesplorate senza perdersi, ad intrecciare gli sguardi senza rinunciare alla leggerezza, a dire il mondo senza pretendere di esaurirne il senso. La prima mossa della ragione sarà l'indugio davanti al mistero della Bellezza e dell'Anima. Le altre mosse seguiranno.
Il Gruppo dei Follicreativi nasce per coltivare la Bellezza come valore e strumento di conoscenza, campo di ricerca e di espressione di sé del genere umano maschile e del genere umano femminile; per esplorare le necessarie relazioni che la Bellezza intrattiene con il Bene; per difendere il suo valore 'salvifico', utopico, misterioso, giacché nessuna forma di conoscenza umana esaurirà mai il fondo misterioso dell'anima.

GRUPPO DI APPRENDIMENTO COOPERATIVO, cioè Gruppo; insieme sistemico, superiore alla somma dei suoi componenti; collettivo impegnato a strutturare l'interdipendenza positiva che sola garantisce il successo delle azioni collettive: il riconoscimento dei legami di gruppo, sentiti non come ceppi, come vincoli da spezzare. Piuttosto, il nesso trovato. Le foto personali nell'area dedicata alle Foto come sconfitta dell'ambiguità che spesso la Rete incoraggia. Il nitore, la chiarezza, la collaborazione, la cooperazione, il lavoro in comune, la condivisione delle risorse, l'adozione di mezzi e percorsi comuni. L'azione centripeta. Il riconoscimento affettuoso senza conoscersi nemmeno, per istinto. L'arrischio della relazione. Il lavoro di gruppo come campo di indagine in cui trovarsi e trovare le ragioni del lavoro creativo altrui. Dentro lo sguardo dell'altro, cioè nell'Aperto: le produzioni 'folli' godute attraverso il sito. Il piacere nobile dei sensi. L'incontro dei sensi nobili: la vista e l'udito. Il piacere dinamico, ipertestuale, ipermediale.

Lo spazio in cui si situa il Gruppo è:

Ø spazio linguistico comune non sottomesso a regole date, se non la produzione di senso, di sempre nuovi orizzonti di senso, in cui trovino posto le innumerevoli voci del coro;
Ø spazio sonoro espressivo, per dare voce all'invisibile e all'indicibile, al non detto delle emozioni e al mistero dell'anima stupefatta davanti alla natura;
Ø spazio visivo accentrato, per generare il 'multiverso' creativo in cui depositare mostri e fantasmi, miti ed emblemi;
Ø spazio 'discreto' dell'immaginario della follia e del continuum del-l'ek-stasis mondana in cui cercare e trovare gli archetipi della poesia;
Ø spazio vissuto degli abitatori del tempo, ricercatori instancabili di file di continuità da opporre al caduco e all'effimero: l'arcipelago delle emozioni e le regioni estese dei sentimenti e delle passioni dell'anima;
Ø spazio aperto all'esperienza della libertà e della responsabilità, della dismisura del sentire e del silenzio dell'anima: la pausa, l'inter-vallo, il flusso di coscienza e il grido gioioso del tempo ritrovato; l'ascolto partecipe e la costruzione di narrazioni comuni; raccontare la biografia altrui, farsi raccontare 'la propria autobiografia';
Ø spazio del desiderio, dello sguardo e della compassione: la tensione e lo spasmo, il passo di danza, la prosodia del racconto e del discorso amoroso; l'empatia erotica; abitare la distanza.

GRUPPO DI MEDIATORI ESTETICI, cioè idraulici dell'ipermedia, elettricisti ipertestuali, periti musicali, geometri visuali, operatori ecologici dell'anima, sacerdoti della danza e del canto, tutor del ministro, soldati con i fiori nella canna del fucile, carabinieri dell'Eucarestia, alpinisti del mare e dei laghi, bagnini delle vette più alte: all'orrore della mescolanza, di medievale ascendenza, opporremo la mente ospitale, i matrimoni tra colleghi settentrionali e colleghi meridionali, tra docenti di lettere e docenti di matematica, tra italiani e non, tra cristiani e musulmani, correndo il rischio che i bambini che nasceranno vengano rapiti e sottratti all'altro coniuge. Ci inseriremo in tutte le contese interne alle nostre scuole, in tutte le ruggini e gli odi inveterati e proporremo musica, concerti, biblioteche, database, foto di gruppo, viaggi da gestire insieme come accompagnatori, lezioni in compresenza per colleghi che si odiano, pizza al sabato sera, cantate di gruppo, amori e amicizie e verbali scritti in gruppo ridendo e scherzando, la festa ad ogni compleanno ed onomastico, il saluto al dirigente scolastico in gruppo al mattino, e sorrisi tanti sorrisi, come il personaggio femminile de La stanza di Marvin che, al culmine di una vita passata accanto al vecchio padre e alla zia bisbetica dimentico di sé, confessa di aver avuto nella sua vita tanto amore; alla sorella che allude all'amore ricevuto dal vecchio Marvin e dalla zia, anche noi risponderemo: no, sono io che ho amato loro.